La metodologia CLIL, acronimo inglese di “Content and Language Integrated Learning”, che in francese diventa EMILE, “Enseignement d’une Matière Intégré à une Langue Etrangère”, è l’apprendimento integrato di contenuti disciplinari in lingua straniera, nell’ultimo decennio ha assunto un ruolo di primo piano nella discussione pedagogica in Europa. Una ragione fondamentale dell’importanza di tale ruolo è data dal fatto che oggi la Commissione Europea sostiene convintamente la condizione per cui ogni cittadino europeo dovrebbe parlare altre due lingue oltre alla lingua madre. Molti paesi dell’Unione Europea hanno quindi introdotto, nei loro sistemi scolastici l’insegnamento di alcune discipline in una o più lingue straniere in quanto questa forma di apprendimento, combinando aspetti linguistici e disciplinari, persegue un doppio obiettivo. Questo approccio pedagogico, infatti, permette all’alunno, da una parte, di acquisire conoscenze in contenuti specifici del programma di studio e d’altra parte, di sviluppare competenze linguistiche in una lingua diversa dalla propria. La globalizzazione degli affari, del commercio e dell’industria e la crescente mobilità delle persone rendono imperativo, per tutti, la conoscenza delle lingue straniere, al fine di assicurare una preparazione adeguata al mondo del lavoro in tutta l’Unione.
I VANTAGGI DELLA METODOLOGIA CLIL/EMILE
Una mano ce la dà la stessa Commissione europea, che nella sezione del sito dedicata al "Multilinguismo", elenca una serie di vantaggi a seguito dell'introduzione del CLIL nelle scuole:
A ciò si può certamente aggiungere un aumento della motivazione per l'apprendimento di una lingua, oltre ad una maggiore semplicità.
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